"LETTERA APERTA"
ai Presidenti delle Co.Re.Di,
ai Giudici Civili delle Corti di Appello,
ai Giudici Civili delle Sezioni della Corte di Cassazione.

 

Non è un caso che una delle più autorevoli monografie in materia di responsabilità disciplinare del notaio (La Responsabilità disciplinare del Notaio ed il relativo Procedimento, di V. Tenore - G. Celeste, Milano 2008) nella presentazione evidenzia "il monito a tutti gli ordini professionali, ivi compreso quello notarile, a fare uso imparziale (non strumentale) della leva disciplinare", precisando poi che, ove così non fosse, "la tolleranza di tali fenomeni nel lungo periodo mina in radice la moralità, ancor prima che la legalità, della categoria professionale".

OGGI, PURTROPPO, SI STA VIVENDO UNO DEI MOMENTI PIÙ BUI DELLA GLORIOSA STORIA DEL NOTARIATO ITALIANO.
Si assiste, infatti, ad un'anomala impennata, senza precedenti, di procedimenti disciplinari a carico di notai.
Per sgombrare subito il campo da equivoci, non mi riferisco a quelli d'iniziativa degli Archivi Notarili Distrettuali e, nemmeno, a quelli (meno frequenti) d'iniziativa (diretta) delle Procure della Repubblica, che non sembrano presentare, anche da un punto di vista quantitativo, particolari anomalie o differenze rispetto al passato.
Mi riferisco, invece, a quelli (non tutti) d'iniziativa dei singoli Consigli Notarili distrettuali, organi pubblici composti da altri Notai.
La crisi fortissima che colpisce l'intero sistema notarile (perdita dei "passaggi automobilistici", perdita delle "cancellazioni delle ipoteche", perdita delle "cessioni di quote srl", il crollo dei mutui, il forte calo delle compravendite, la riduzione degli onorari per specifici atti, l'aumento legittimo del numero dei notai, la crisi della "Cassa Nazionale del Notariato") ha penalizzato, in particolar modo, proprio quel notariato che vede nella professione notarile un "ricco feudo da preservare".

CON OGNI MEZZO.
In sintesi, sono stati maggiormente colpiti i portafogli di quei notai che in passato non hanno mai investito in tecnologia, in risorse umane, in ricerca professionale. Che (anche per supponenza e arroganza) non hanno mai avuto una predisposizione ad intessere relazioni con persone di differente livello culturale e che seduti sul proprio "podio notarile", dedicavano nulla o poco all'organizzazione della struttura interna del proprio Studio. Quei notai con i quali, per ottenere un appuntamento, occorreva attendere a volte anche settimane. Che per fissare un atto, facevano attendere altrettanto tempo. Che non richiamavano, per inefficienza interna, le telefonate ricevute e mai organizzate. Che per leggere una vendita impiegavano anche due ore, dopo aver fatto magari aspettare molto in sala attesa, non per incapacità, bensì per mancanza di impegno e rigore nell'organizzazione interna o, peggio, perché il giorno prima, invece di leggersi quell'atto, erano a giocare a golf.
Quegli stessi notai che, per trent'anni, hanno chiuso ed abbandonato gli Studi il 25 di luglio per riaprirlo il 15 di settembre, con agende sempre e comunque stracolme di atti.
Molti di quei notai che, anche per un aspetto generazionale, fanno parte (in molti casi, anche da decenni) di Consigli, Comitati, Commissioni, Associazioni ecc.ecc.ecc.. E guai a chi gli dice che è opportuno un ricambio generazionale o comunque una sana turnazione!

DUE ERANO, QUINDI, LE SOLUZIONI CHE QUEL TIPO DI NOTAIO AVEVA DI FRONTE.
O quella, dura ed in salita, di rimettersi in discussione, dopo anni e anni di privilegi e comodità.
Oppure quella più semplice e che pare oggi avere miglior successo, anche nel campo dell'orgoglio professionale: cercare di ostacolare quei colleghi (di fatto concorrenti) che, nel rispetto dell'etica e della pubblica funzione, meglio sono riusciti ad affrontare l'attuale situazione di mercato. Come, si domandano gli stessi "notai salva feudo"? Riducendo i propri utili marginali, assumendo, istruendo e periodicamente organizzando il personale, delegando (con precise istruzioni, estrema cautela e costante controllo) solo quelle funzioni non qualificate e non propriamente essenziali, intessendo rapporti chiari, corretti e non supponenti o addirittura arroganti, con i Clienti e l'utenza notarile e, comunque, dando maggiore disponibilità e mettendo un po' di passione e vitalità in tutto quello che nel proprio Studio si fa.

IN SINTESI, SCENDENDO DAL PODIO
Ed ecco che scatta, sempre in capo a quei "notai salva feudo" quello strano meccanismo mentale: se qualcuno scende dal podio, rovina tutta la categoria (mette in pericolo la sicurezza del feudo e la distribuzione sicura ed orizzontale del lavoro). Portare, quindi, al patibolo il notaio concorrente è la loro prima preoccupazione, facendo credere che sia lì la causa di un notariato marcio, un notariato che si approfitta del povero cliente, un notariato da "eliminare".
Guarda caso, poi, sono proprio quegli gli stessi "notai salva feudo" che sottovoce e (solo) tra di loro mormorano.... "tanto i Giudici odiano i notai .....per ovvi motivi...quindi visto che la Legge ce lo permette......".
Il sistema e' semplice da attuare, ma non facile da capire se non lo si vive, per anni e anni, dall'interno.

NEL 2013 IL MERCATO E' ATTENTISSIMO.
Spietato. Fatto non solo di Clienti (ormai, fortunatamente, sempre meno ignari e sprovveduti ma sempre piu' preparati e, a volte, persino "furbetti") ma anche di Associazioni di consumatori, Avvocati, Consiglieri a vario titolo, pronti a "fare causa al notaio".
Se, quindi, veramente un notaio si comportasse male, facesse scorrettezze, commettesse ripetutamente errori, fosse in sintesi un professionista scorretto e da sanzionare, altro che numero di atti elevati e repertori copiosi....!!!
Si puo' dire e sostenere di tutto, ma come si puo' affermare che questo tipo di "deontologia" sia fatta per la tutela dei cittadini e per il servizio notarile?
I cavalli di battaglia utilizzati fanno molta breccia sulla Giurisprudenza che viene, di fatto, con grande maestria istituzionale, purtroppo strumentalizzata.
Basta leggere le Sentenze di condanna disciplinare degli ultimi quattro, cinque anni: eccessiva produzione di atti, mancanza di personalità nella prestazione, frettolosità della prestazione. E, ancora .....uffici secondari, giorni di assistenza, orari di sottoscrizione, procacciatore di affari..... e così via. Per non parlare dello stra' abusato art. 147 L.N. lett. A), che si usa quando proprio non si sa più cosa inventarsi.

TUTTO ESTERNAMENTE IMPRONTATO AD UNA TUTELA DEL CITTADINO, CHE DI FATTO COMUNQUE NON SI REALIZZA.
È come affermare: quel ristorante ha (per giunta, da anni) moltissimi clienti, quindi le cucine sono sporche, il cuoco cucina frettolosamente e non guarda lui i piatti, ma li fa guardare ai suoi collaboratori, gli ingredienti sono pessimi.
Come si fa a sostenerlo nel 2013?
Solo qualche ristorante nelle vicinanze (facente parte da anni di autorevole "consorzio") un tempo pieno, ma oggi con  meno clienti, anche perche' spesso usciti di li' con il mal di pancia, con le cucine veramente unte e logorate, con cuochi (in camici impeccabili recanti il marchio del "consorzio")  che si limano le unghie vicino le pietanze, si prende la briga di fermare il primo cliente che esce dall'affollato ristorante, per fargli dire qualcosa che lì dentro, a suo dire e per una sola volta, non è andato. Il cd. utile-idiota, che da cittadino comune si trasforma in un tecnico espertissimo di deontologia notarile, guarda caso proprio nelle "spontanee dichiarazioni" rese, e che da gestore di attività di cartomanzia con la moglie, diviene "pensionato/uomo della strada").

O, ancora, come voler sostenere che un Presidente di Tribunale che, con particolare dedizione, firma numerosi Decreti di Omologa di separazione tra coniugi, siccome ne fa molti, allora li fa male, o li fa fare al cancelliere, o comunque esperisce un tentativo di conciliazione evidentemente "poco personale".

MANCANZA DI DECORO E PRESTIGIO DELLA CLASSE NOTARILE?
Certamente, ma purtroppo in parte istituzionalizzata e diretta, credetemi,  a mantenere posizioni garantite.
Basta vedere le ridicole norme sulla competenza territoriale, dove già il Consiglio di Stato (per fortuna) ha avuto modo di pronunciarsi, o le delibere sulle tariffe, dove l'Antitrust e' attentamente al lavoro e vigila su alcuni Consigli Notarili e dove la Cassazione pochi giorni fa ha avuto modo di intervenire.
O, ancora, l'avvilente esistenza di doverosi precisi richiami scritti fatti dal "Ministero della Giustizia" nel potere di Alta Vigilanza, proprio sulle anomale modalità di esercizio dell'azione disciplinare svolta da alcuni Presidenti di Consigli Notarili.
Io, comunque, credo ancora e sempre nella Giustizia, non solo quella ultima e sicura di Nostro Signore, ma anche quella terrena, fatta da Uomini preparati e attenti al loro difficilissimo ruolo.

CREDO IN QUEGLI UOMINI che sono chiamati a giudicare situazioni delicate, collegate a momenti quotidiani di lavoro, anche carichi di stress e tensione.
È a quegli Uomini, nei quali ripongo ancora la massima stima e fiducia, ai quali rivolgo questa "lettera aperta".
Nella speranza che ridiano equilibrio, decoro e senso pratico alla importante Professione di notaio che, ritengo, sia destinata a rimanere vicino alla gente ed ai cittadini, solo se realizzata con forme ed organizzazioni più attuali e consone ai tempi.
E che, invece, e' destinata a scomparire ed a perdere di reale utilità ed attualita' sociale, se la si vive ed esercita in maniera formalmente impeccabile, ma con la costante speranza di salvaguardare e mantenere comode ed irresponsabili rendite di posizioni, sedimentate nei decenni.

Fabrizio Santosuosso -

Brescia 11/19 Febbraio 2013
STUDI NOTARILI SANTOSUOSSO - Blog News

www.notaiosantosuosso.it

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19 Risposte

  1. carlo

    sono pienamente d’accordo con Lei, ho una carissima amica che e’ notaio e conosco fin troppo bene la prepotenza e l’arroganza dei consigli notarili nei confronti di alcuni notai. Accanimento e ingiustizie da parte di un consiglio di colleghi che invece di sostenerti, di aiutarti a migliorare, di rendere il tuo servizio per i cittadini più’ utile, più facile, meno oneroso, ti ostacola in tutti i modi, ti penalizza e ti condanna . Penso sinceramente che i pochi “intoccabili” che fanno parte del consiglio notarile di Milano dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza e toglierla dal portafoglio, e l’altra tenderla verso i loro colleghi. Di Santa inquisizione ne abbiamo già’ avuta una, adesso basta.

  2. Fabio

    Complimenti veramente x la lezione di stile e di etica che hai saputo darci, penso che un uomo come te sia e debba ambire a qualcosa di più alto e nobile al sevizio dello stato, solo mettendoci in discussione come categoria in primis eccome professionisti possiamo ottemperare al nostro giuramento……io ci sono grazie

  3. gianni

    Descrizione della categoria perfetta.
    Ma non è credibile che procure, tribunali e corti non capiscano la strumentalizzazione.
    E poi se è vero che i magistrati odiano i notai e anche vero che ce ne sono di amici a cui non pare vero di fare un favore ai notai più “prestigiosi”

  4. Anna Maria Santosuosso

    SONO PIENAMENTE IN CONDIVISIONE CON LA SUA CONDOTTA. NON MOLLI. AD MAIORA

  5. silvia

    Egr. Notaio benvenuto sulla barca.
    Noi Avvocati sono anni che abbiamo problemi di ogni sorta, primo fra tutti l’attacco continuo e scadente dei nostri colleghi preoccupati di avere clienti e fare cause ( IO LI CHIAMO GUERRAFONDAI SOSTENITORI DEL MOTTO “CAUSA CHE PENDE, CAUSA CHE RENDE), se poi contro colleghi ( purtroppo spesso quelli laboriosi, difficilmente quelli farabutti) meglio perchè convinti ( e non a torto) che ” i Giudici odiano gli avvocati (NON SOLO I NOTAI) “.
    Va da sè che i nostri ordini in ciò non aiutano, A VOLTE MI SEMBRANO APPARTENERE AD UN ATRA DIMENSIONE POSTO CHE solo di recente ( a quota di 250.000 avvocati destinati ad aumentare) si sono posti il problema di porre un freno all’accesso all’avvocatura, TROPPO spesso considerata ripiego se non discarica di altri mancanti impieghi (come se la professione forense fosse facile!).
    Qualcuno dice che siamo una casta compatta se così fosse, con oltre 250.000 adepti saremmo una potenza e certamente non sarebbe state approvate TUTTE QUELLE Leggi, specie quelle recentI che l’avvocatura ha dovuto subire, PERALTRO senza neppure essere consultata !”. TALE VICENDA APPARE GROTTESCA SE SI PENSA CHE alcuni parlamentari (purtroppo avvocati) HANNO VOTATO A FAVORE DI QUESTE LEGGI, A LORO DIRE, “nell’interesse dei cittadini”(!!!!!!).
    Il problema è che si devono responsabilizzare i professionisti, ma anche i clienti ed, in genere, i vari strati della società.
    Fintantochè al primo posto della scala dei valori ci sarà ( come purtroppo c’è NON PRENDIAMOCI IN GIRO) il denaro la situazione non migliorerà.
    E’ impensabile che un professionista lavori al solo scopo di far soldi e la bella vita,costi quel che costi, illudendosi che solo così sarà qualcuno nella società.
    La professione ( parlo della mia) bisogna amarla, coltivarla, soffrirla giorno dopo giorno, nel rispetto di tutti colleghi compresi (tranne quelli farabutti) in vista ovviamente anche del profitto che, comunque, mai deve stare al primo posto.
    E’ con tale atteggiamento che bisogna accedere alla professione e solo così si potrà essere e apparire seri, umili, professionali e degni di indossare la toga.
    BISOGNA RICORDARE “CHE DISMETTENDO LA TOGA MAI SI SALE E METTENDOLA MAI SI SCENDE”.
    LA TOGA NON DEVE ESSERE UN BANCOMAT PER FARE SOLDI E NEPPURE UN’ARMATURA PER SCENDERE NELL’ARENA E COLPIRE A TRADIMENTO COLLEGHI, CLIENTI E CONTROPARTI E CHISSà’ CHI ALTRO.
    L’avvocato ( che sia membro dell’ordine o meno) che insensatamente e infondatamente muove guerra al collega pregiudica se stesso, non solo la categoria, e soprattutto finisce col confondere il cliente che inconsapevole e mal consigliato anzichè agire per tutelare i suoi diritti si vede strumentalizzato dall’avvocato farabutto.
    Certo è che vi sono casi in cui giustamente l’Avvocato viene denunciato e/o sanzionato disciplinarmente, ma questo è un altro discorso.
    SE PARECCHI DEI 250.000 AVVOCATI, DESTINATI AD AUMENTARE, IMPARASSERO A CAPIRE IL NOBILE SIGNIFICATO DELLA FRASE DELL’AVV. ENRICO DE NICOLA PrOBABILMENTE LE COSE ANDREBBERO MEGLIO. IN OGNI CASO MAI CONFONDERE LA TOGA CON CHI LA INDOSSA. PER FORTUNA TANTI AVVOCATI ( CHE IO CHIAMO COLLEGHI) NE SONO DEGNI, PURTROPPO TANTI ALTRI SIG. AVVOCATI NON LO SONO e proprio quest’ultimi, EGR. NOTAIO,anzichè comprendere la funzione sociale della professione legale (tesa a difendere i diritti, tra i quali il fondamentale diritto di difesa), pER I MOTIVI PIù DISPARATI CHE nulla hanno a che vedere con l’avvocatura, ma riguardano la sfera personale dell’io ( invidia, arroganza, sete di potere, servilismo, incapacitò, ecc.) SONO I NOSTRI PEGGIOR NEMICI contro i quali ogni giorno dobbiamo lottare.
    Certo è che io naturalmente continuerò a fare il mio lavoro, come ho sempre fatto, adottando i nobili valori insegnati del mio, purtroppo, defunto dominus, difendendo i diritti e anche la toga da coloro che non ne sono degni e questo a vantaggio di tutti credetemi.
    Sono davvero lusingata di scambiare opinioni con Lei egr. Notaio e con chi ci legge.
    saluti.

    • aniello

      Sono d’accordo con lei notaio SANTOSUOSSO, per colpa di quei notai, anche alcuni geometri che svolgono la loro professione con correttezza e dignità, vegono considerati dei “fessi” perchè non si prestono a fare i soliti furbetti.
      Continui su questo passo perchè non è solo, distinti saluti

  6. Agostino

    Da profano ho letto tutte le lettere e i commenti ricavandone la sensazione che qulcosa si sta muovendo nel senso della responsabilizzazione dell’individuo. Finalmente stiamo adottando il sano principio secondo il quale dovremmo pensare di più a cosa può fare ciascuno di noi per migliorare la situazione anziché perdere tempo a piangere su quello che non funziona senza cercare di migliorarlo.

  7. Benedetta

    TUTTI I LAVORI DOVREBBERO ESSERE SVOLTI PER SCELTA E CON SENSO DEL DOVERE E RESPONSABILITA’, VALORI FORTEMENTE LATITANTI OGGI

  8. Gentile Avvocato,
    la ringrazio per il contributo del Suo commento su questo Blog. Sono d’accordo sull’aspetto da Lei evidenziato, la’ dove parla di abbassamento del livello del servizio. Il problema, però, e’ quando, oltre al calo del servizio, vi è altresì un calo nel livello della prestazione. Ed e’ quello che Lei correttamente mette in evidenza e che forse sta accadendo negli ultimi anni anche nel notariato. Il reale problema, però, e’ che dall’interno del notariato (almeno da una parte corposa di esso) si cerca di addossare la responsabilità del calo della prestazione alle strutture notarili maggiormente dimensionate e che maggiore contatto hanno con l’utenza.
    Creando un danno, indiretto e non immediato, alla stessa intera categoria professionale.
    È come dire: gli aerei più affollati e più conosciuti non li devi prendere perché cadono. Nella speranza e piccina illusione che il passeggero cambi compagnia aerea. La prima reazione potrà, forse, essere anche quella, ma nel lungo periodo la reazione sarà quella di cercare di prendere meno aerei possibili.
    A ciò si aggiunga che nel notariato le “guerre” disciplinari hanno delle conseguenze veramente peculiari: il numero degli avvocati o dei commercialisti, in una realtà come Brescia, e’ enorme rispetto a quello dei notai. Sferrare un attacco disciplinare contro un collega, nel vostro settore non ha nessun vantaggio diretto, ne’ individuale, ne’ collegiale e nemmeno collettivo. Nel mondo notarile, dopo venti anni di esperienza, Le posso garantire che è tutto realmente diverso.
    Con stima

  9. Buongiorno, ho letto il suo articolo con molta attenzione e piuttosto che lasciarle un attestato di stima (che a poco servirebbe) preferisco evidenziare alcuni punti critici del suo discorso, sperando che si apra un dibattito in tal senso:
    1)La crisi cui lei si riferisce del sistema notarile non ha origine da mal costumi o da cattive organizzazioni interne ad ogni ufficio, bensì credo sia propriamente un retaggio dell’attuale congiuntura economica. E’ ben evidente che nel momento in cui la ricchezza disponibile diminuisce si hanno due strade per cercare di mantenere (o implementare) la propria clientela, e cioè la specializzazione ed ammodernamento dello studio (fatto questo che comporta investimenti di rilievo) ovvero l’abbassamento dei costi e, quindi, del livello dei servizi. Purtroppo i notai che lei stigmatizza non hanno fatto altro nel tempo (perchè la crisi non è scoppiata un giorno preciso ma si sussegue da anni) che scegliere la seconda strada sperando di poter cosi mantenere gli utili precedenti.
    2)Gli avvocati (di cui faccio parte) sono sempre pronti a mettere in luce le mancanze di un notaio e questo è vero, ma soltanto ove queste mancanze ci siano! (e qui rimando al punto sub 1 sul perchè tali mancanze si siano decuplicate negli ultimi anni).
    Purtroppo ognuno di noi (perchè l’avvocatura non è una professione meno in crisi rispetto alle altre, anzi!) dovrebbe prendere atto che ad oggi l’unico modo per rimanere in piedi è ridurre notevolmente l’idea di profitto che si ha, abbassarne i margini e restare vicino alle persone collaborando per ciò che è il nostro ruolo in società, non tanto nella speranza di periodi migliori ma di creare una società migliore.
    Cordialmente la saluto complimentandomi per l’iniziativa.

  10. luciana

    Lei ha pienamente ragione e sono fortemente d’accordo con lei e sostengo tutte le sue ragioni complimenti. Luciana

  11. Antonella Franzese

    Notaio Santuosuosso,

    mi complimento con Lei per l’articolo.
    Finalmente un Notaio alla mano!!

  12. NOTAIO SANTOSUOSSO

    Gentile Giuseppe,
    condivido pienamente il tuo lucido commento alla lettera. E sono pienamente d’accordo con il preservare il concetto fondamentale della “personalità della prestazione”. Tuttavia se tale principio s’inizia a ritenere violato, perché il Notaio delega le funzioni non propriamente qualificate, qualcosa non quadra. Odora di forte strumentalizzazione. Del resto anche lo stesso codice deontologico (art. 37) parla di “direzione” che, evidentemente, presuppone in maniera implicita ma inequivocabile, l’esistenza di funzioni delegabili.
    Cmq grazie per l’opinione qui espressa che apprezzo.
    Fabrizio

  13. Ho sempre ritenuto che il Notaio che brucia incenso all’inizio e alla fine di ogni lunghissima stipula che tiene dall’alto del suo scranno nuoce come il Notaio che assume comportamenti frettolosi e compiacenti. Come pure ho guardato con sospetto certi atteggiamenti del notariato tesi a limitare le sacrosante riforme dell’ordinamento come quella dell’apertura della competenza territoriale. La professione del Notaio sta cambiando velocemente e i cambiamenti più grossi li sta determinando la situazione economica più che le riforme legislative. Accogliamo tali cambiamenti ma con un limite ben preciso: quello della personalità della prestazione.

  14. Teofilo

    Egregio Notaio mi piace sostenerLa non con un mio commento, bensì con una frase di Matthieu Ricard: “CIÒ CHE CONTA NON È L’ENORMITÀ DEL COMPITO DA SVOLGERE, MA LA GRANDEZZA DEL CORAGGIO.”
    Non molli mai!

  15. Claudio

    Salerno 17-02-13

    Sono d’accordo oggi bisogna essere + semplici e più vicini alle persone. Questa boriosità che si riscontra in tutti i livelli dove l’arroganza e la presunzione molte volte unita alla superficialità nel non ascoltare porta a questo tipo di comportamentorto. Forse dovremmo fermarci a riflettere in ciò. Corriamo troppo e facciamo tutto ciò senza fermarci un attimo e senza avere un minimo di rispetto x la persona che c’è davanti.
    Credo che un pò di umiltà potrebbe essere la medicina giusta x questo male a questa prevaricazione su tutto e su tutti.Sono troppi gl’interessi di lobby e personali che nessuno vuole far mettere in discussione ed oggi ne stiamo pagando le pene. Non credo che ci sia una rivoluzione che possa far cambiare queste cose x una serie di motivi. Primo non c’interessa,secondo non ne siamo capaci o non abbiamo le palle e terzo pensiamo sempre che sia un problema di altri ma mai il ns. come collettività……. e quindi continueremo a vegetare aspettando un qual cosa che ci dia la speranza di risollevarci. Saluti Claudio

  16. Paolo Danuso

    l’ articolo, non fa una piega nei contenuti, il problema è che il lavoro del notaio non viene più considerato ” una volta cià che metteva agli atti il Notaio faceva fede e dava falore a ciò che è dichiarato nel rogito ora non più! Il notaio esclude per il valore per la distizione d’uso l’immobile detenuto da altre persone dalla nascita, – per venire in possesso dell’immobile escuso dal notaio , erti avvocati depositano u rogito falso e falsaficato il giudice da lo sfratto da un immobile abitativo , nemmeno all’e catasto terreni esiste…prima dell’entrata in causa dell’attrice l’attore vende con il rogito proveniente dall’ufficio del notaio . che è diverso del rogito depositato in cancelleria. Chi volesse rendersi conto della diversità degli atti non aaltro visionarli nel blog tribunale condanna giudici e avvocati al post AVVOCATO ALDO GOBBATO DEL FORO DI VICENZA DETTA LEGGE IN TRIBUNALE

  17. letizia

    parole sante, i tempi sono difficili per tutti a maggior ragione per il loro ruolo delicato
    hanno un maggiore carico di responsabilita .

  18. carmelo

    Sacrosante Parole

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